Martedì 20 Novembre 2012
Sant'Edmondo
Un re generoso e fedele, a cura di Antonio Maria Sicari
Divenne re dell’Anglia orientale quand’era ancora un ragazzo, a
metà del secolo IX ed era molto amato dal popolo per la generosità dei
suoi donativi (al punto che viene considerato come “santo patrono dei
regali”).
Combatté per difendere il suo regno dall’invasione
dei popoli nordici. Fatto prigioniero, gli offrirono d’aver salva la
vita, a patto di rinnegare la sua fede cristiana e di farsi vassallo dei
danesi, i nuovi dominatori pagani. Preferì la morte al tradimento.
Abbone di Fleury nella sua Cronaca (in cui dice di riportare una
testimonianza oculare) descrive così il suo martirio: “Condussero il
devoto re a un solido albero a cui lo legarono con stretti nodi e quindi
lo frustarono a lungo con sferze e sotto i colpi egli proclamava
continuamente la vera fede in Cristo. Allora i pagani impazzirono di
rabbia, poiché egli continuava a chiedere l’aiuto di Cristo. Lo
colpirono con i giavellotti per loro divertimento, finché fu crivellato
dai colpi (…), come un San Sebastiano». Finì con lui anche il suo regno,
ma l’eredità morale e spirituale del giovane Re, morto col nome di Gesù
sulle labbra, passò all’intera Inghilterra. Qualche decennio dopo la
sua morte, circolava già una moneta detta “penny di S. Edmondo”.
La sua tomba – che si trova in una località chiamata oggi Bury Saint Edmunds
– divenne presto meta di pellegrinaggi e la sua fama si diffuse
rapidamente in tutta Europa. In seguito vi fu costruita una Abbazia
dedicata al Santo Re, che diverrà celebre nella storia inglese perché vi
sarà stilata e firmata la famosa “Magna Charta delle libertà”, che costituì il primo esempio nella storia di monarchia costituzionale. Edmondo è venerato come patrono di tutta l’Inghilterra.
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