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venerdì 22 febbraio 2013

INTERVISTA A PADRE GABRIELE AMORTH DEL FEBBRAIO 2012: "Vi spiego come Ratzinger ha sconfitto il demonio"



Padre Amorth rivela un prodigio in Vaticano: "Due uomini erano in terra, ululavano e sbavavano.
Lui li benedisse e furono sbalzati tre metri indietro"
Padre Gabriele Amorth Paolo Rodari - Gio, 09/02/2012 ­ 08:48
Devo dire però ancora una cosa. E questa cosa riguarda Joseph Ratzinger.
L'attuale Pontefice era ai tempi della stesura del rituale «ad interim» uno dei membri della commissione
cardinalizia incaricata di scrivere il testo.
Egli è stato l'unico a ricercare e ad ascoltare il parere di noi esorcisti anche se poi purtroppo tale parere non è
stato condiviso dagli altri suoi colleghi. È una mattina di maggio dell'anno 2009. Joseph Ratzinger è Papa
già da quattro anni. Nel corso del suo pontificato ha parlato più volte di Satana. Capisco che per lui il demo-
nio è uno spirito esistente, che lotta e agisce contro la Chiesa. 
E contro di lui. Altrimenti non si spiegherebbero frasi
del genere:
«Per quanti continuano a peccare senza mostrare nessuna forma di pentimento, la prospettiva è la dannazione eterna, l'inferno,
perché l'attaccamento al peccato può condurci al fallimento della nostra esistenza. È il tragico destino che spetta a chi vive nel
peccato senza invocare Dio. Solo il perdono divino ci dà la forza di resistere al male e non peccare più. Gesù è venuto per dirci
che ci vuole tutti in paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono
il cuore al suo amore». (...)
Fa caldo in piazza San Pietro. La primavera è oramai inoltrata. Il sole picchia sulla piazza dove una folla di
fedeli aspetta il Papa. È mercoledì, il giorno dell'udienza generale. I fedeli sono arrivati da tutto il mondo.
Dal fondo della piazza entra un gruppetto di quattro persone. Due donne e due giovani uomini. Le donne so-
no due mie assistenti. Mi aiutano durante gli esorcismi, pregano per me e per i posseduti e assistono per
quanto è loro possibile i posseduti nel loro lungo e difficile percorso di liberazione. I due giovani uomini so-
no due posseduti. Nessuno lo sa. Lo sanno soltanto loro e le due donne che li «scortano».
Quel mercoledì le donne decidono di portare i due all'udienza del Papa perché pensano che potrebbero trarne
giovamento. Non è un mistero che molti gesti e parole del Papa facciano imbestialire Satana. Non è un mi-
stero che anche la sola presenza del Papa inquieti e in qualche modo aiuti i posseduti nella loro battaglia
contro colui che li possiede. I quattro si avvicinano verso le transenne in prossimità del «palco» da dove Be-
nedetto XVI di lì a poco è chiamato a parlare. (...) È importante per loro riuscire a portare i due posseduti il
più possibile vicino al Papa.
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«Avete visto, Giovanni e Marco?» chiedono le due donne ai due posseduti. «Ce l'abbiamo fatta. Tra poco
arriverà il Papa e noi siamo qui vicini a lui».
I due non parlano. Sono stranamente silenziosi. È come se coloro che li possiedono (si tratta di due demoni
diversi) stiano cominciando a capire chi di lì a poco arriverà in piazza. Suonano le dieci. Dall'arco delle
campane, il portone a fianco della basilica vaticana, esce una jeep bianca. Sopra tre uomini. Un guidatore, il
Papa in piedi e, seduto al suo fianco, il suo segretario particolare monsignor Georg Gänswein. Le due donne
si girano verso Giovanni e Marco. Istintivamente li sorreggono con le braccia. I due, infatti, iniziano ad ave-
re comportamenti strani. Giovanni trema e batte i denti. Le due donne capiscono che qualcuno sta comin-
ciando ad agire nel corpo di Giovanni e di Marco. Qualcuno che col passare dei minuti si mostra sempre più
agitato.
«Giovanni, mantieni il controllo di te stesso» dice una delle due donne.
«Mantieni il controllo, Giovanni. Non farti sopraffare. Reagisci. Mantieni il controllo». L'altra donna dice le
stesse parole a Marco.
Giovanni non sembra ascoltare le parole della donna. Salvo, d'improvviso, girarsi e dirle con voce lenta e
che sembra venire da non si sa quale mondo: «Io non sono Giovanni».
La donna non dice più nulla. Sa che con il diavolo solo un esorcista può parlare. Se lei lo facesse sarebbe
molto rischioso. Così rimane in silenzio e si limita a sostenere il corpo di Giovanni ora completamente in
mano al demonio.
La jeep gira per tutta la piazza. I due posseduti si piegano per terra. Battono la testa per terra. Le guardie
svizzere li osservano ma non intervengono.
Sono forse abituate a scene del genere? Forse sì. Forse altre volte hanno assistito alle reazioni dei posseduti
innanzi al Papa. La jeep compie un lungo percorso. Poi arriva in cima alla piazza, a pochi metri dal portone
della basilica vaticana. Il Papa scende dall'auto e saluta le persone poste nelle prime file. Giovanni e Marco,
insieme, iniziano a ululare. Sdraiati per terra ululano. Ululano fortissimo.
«Santità, santità, siamo qui!» urla al Papa una delle due donne cercando di attirare la sua attenzione.
Benedetto XVI si gira ma non si avvicina. Vede le due donne e vede i due giovani uomini per terra che urla-
no, sbavano, tremano, danno in escandescenze. Vede lo sguardo d'odio dei due uomini. Uno sguardo diretto
contro di lui. Il Papa non si scompone. Guarda da lontano. Alza un braccio e benedice i quattro. Per i due
posseduti è una scossa furente. Una frustata assestata su tutto il corpo. Tanto che cadono tre metri indietro,
sbattuti per terra. Adesso non urlano più. Ma piangono, piangono, piangono. Gemono per tutta l'udienza.
Quando poi il Papa se ne va, rientrano in se stessi.
Tornano se stessi. E non ricordano nulla. Benedetto XVI è temutissimo da Satana. Le sue messe, le sue be-
nedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi. Non credo che Benedetto XVI compia esorcismi. O
almeno la cosa non mi risulta. Credo tuttavia che tutto il suo pontificato sia un grande esorcismo contro Sa-
tana. Efficace. Potente. Un grande esorcismo che molto dovrebbe insegnare ai vescovi e ai cardinali che non
credono: costoro comunque dovranno rispondere della loro incredulità. Non credere e soprattutto non nomi-
nare esorcisti laddove ce ne è esplicito bisogno è, a mio avviso, un peccato grave, un peccato mortale. Il
modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle regole. Il suo rigore. La sua postura sono
efficacissimi contro Satana. La liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il Pa-
pa celebra l'eucaristia.
Satana molto ha temuto l'elezione di Ratzinger al soglio di Pietro. Perché vedeva in lui la continuazione del-
la grande battaglia che contro di lui ha fatto per ventisei anni e mezzo il suo predecessore, Giovanni Paolo
II. Il Papa che, lui sì, faceva esorcismi.

Tratto dal blog : http://reginapacispartanna.blogspot.it/

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