26.07.2012
I Vangeli non ci dicono nulla dei genitori della Vergine Maria, Anna e Gioacchino.
Le notizie che ci sono state tramandate derivano dall’apocrifo Protoevangelo di
Giacomo del secolo II, scritto redatto per appagare l’affettuosa curiosità dei fedeli.
Vi si narra di Anna sterile e in età già avanzata. Per consolare i due coniugi, afflitti
per mancanza di prole, apparve loro un angelo recante la buona novella che il
Signore, al quale nulla è impossibile, avrebbe concesso nella loro vecchiaia il più
bel fiore dell’umanità: Maria, che divenne la madre del Salvatore.
Le notizie che ci sono state tramandate derivano dall’apocrifo Protoevangelo di
Giacomo del secolo II, scritto redatto per appagare l’affettuosa curiosità dei fedeli.
Vi si narra di Anna sterile e in età già avanzata. Per consolare i due coniugi, afflitti
per mancanza di prole, apparve loro un angelo recante la buona novella che il
Signore, al quale nulla è impossibile, avrebbe concesso nella loro vecchiaia il più
bel fiore dell’umanità: Maria, che divenne la madre del Salvatore.
La storia di Giacchino e Anna è splendidamente rappresentata negli affreschi di
Giotto della cappella degli Scrovegni a Padova. Non ha una base storica, ma si
fonda sulla fede nella continuità del disegno salvifico di Dio che da Abramo, attra-
verso le generazioni successive, giunge fino a Gesù, rivelando in ogni passaggio
della storia della salvezza la fedeltà della condiscendenza divina verso il genere
umano.
Giotto della cappella degli Scrovegni a Padova. Non ha una base storica, ma si
fonda sulla fede nella continuità del disegno salvifico di Dio che da Abramo, attra-
verso le generazioni successive, giunge fino a Gesù, rivelando in ogni passaggio
della storia della salvezza la fedeltà della condiscendenza divina verso il genere
umano.
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