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martedì 3 settembre 2013

IL GIOVANE PRETE E IL SAGGIO MONACO


Un giovane prete, si recò un giorno da un anziano e santo monaco.
Il giovane era angosciato e triste. Bussò alla cella del monaco, si inginocchiò ai suoi piedi e, con gli occhi pieni di lacrime, prese a parlare:
“Padre, aiutami a capire cosa correggere in me!”
“Ti ascolto, fratello mio” – rispose il vecchio monaco, accennando un sorriso.
E il giovane iniziò ad aprire il cuore:
“Vedi, Padre, 
ho passato una notte a pregare per una giovane ragazza, venuta da me a dirmi le sue ansie e le sue paure … e poi ho scoperto che lei, quella notte, era stata in giro a ballare, fumare e bere con gli amici!
Mi sono preoccupato per la salute dell’amico di un amico, che neppure conosco, ed ho tanto pregato e fatto pregare per lui … e poi ho appreso che questi sta bene da un pezzo … ma avevano dimenticato di dirmelo!
Ho passato giornate intere a pregare per i miei confratelli, cercando di creare un ponte con loro … e poi ho scoperto che essi vanno avanti come se io non ci fossi!
Mi sono scervellato per un regalo da fare … ma poi ho capito che non ero neppure invitato! 
Sono stato in ansia per un amico, che mi ha confidato i suoi problemi … e poi ho saputo che era in vacanza!
Mi sono preoccupato per l’assenza dalla mia famiglia … ma, al mio rientro, ho appurato che nessuno m’aspettava!
Sono stato preoccupato per la mia Comunità … ma ho scoperto che ognuno s’era organizzato il suo tempo!
Così mi sono fermato a guardare me stesso ed ho scoperto che:
non ero un amico, ma un conoscente; non ero un familiare, ma un parente; non ero un figlio, ma un familiare; non ero il parroco, ma l’amministratore!”.
Il vecchio monaco alzò il suo sguardo sereno e paterno, incrociando gli occhi dolenti del giovane prete.
Prese il suo volto tra le mani vecchie e rugose, asciugò con dolcezza le lacrime che scendevano da quegli occhi feriti e gonfi di “perché?” … e, indicandogli la finestra spalancata, disse dolcemente:“Guarda! … Guarda al di là delle mura della stanza della tua vita! Alza lo sguardo … e scoprirai il sole che cala all’orizzonte, in un ballo di luci e colori e ti accorgerai che, nel ripiegarti su te stesso, stavi guardando solo un pavimento … rischiando di perderti la bellezza di un tramonto!”.
Un’ultima lacrima scese dagli occhi del giovane prete. Tornò il sorriso.
Strinse e baciò quelle mani paterne … e continuò il cammino … scrutando l’orizzonte!

(Anonimo Napoletano)

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