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domenica 23 settembre 2012

SANTO DEL GIORNO


Santa Tecla, vergine e martire

24.09.2012

Dalla fine del II secolo è attestato il culto di santa Tecla, donna cristiana che
 non ha esitato a versare il suo sangue per Cristo Signore. Le Chiese ortodos-
se e greco-cattoliche la chiamano ‘megalomartire’, cioè prima grande donna
cristiana che subì il martirio. In effetti è la santa del cui culto si possiede la do-
cumentazione più antica, pur gravando la più completa oscurità storica sulla
sua vita.
Folta letteratura leggendaria sorse, già in epoca patristica (fine II sec.) in Asia
 Minore (secondo il testo apocrifo degli Atti di Paolo e Tecla, a Iconio sarebbe
stata convertita al cristianesimo da san Paolo: cfr. At 14, 1-7), e poi per tutto il
medio evo circolarono versioni molteplici della sua passio. In suo onore furono
 edificate molte chiese: il luogo di origine del suo culto sembra essere Seleucia,
già meta di folti pellegrinaggi in età antica (cfr. Itinerario di Eteria, 23,5). Qui
l’imperatore Zenone (V sec.) fece edificare ben tre basiliche in suo onore. Il culto
di santa Tecla fu vivo anche in Spagna, e in particolare a Tarragona, di cui è
patrona. Ad essa venne dedicata la primitiva cattedrale eretta a Milano verso
la metà del IV secolo.
Alle vergini consacrate il vescovo sant’Ambrogio propose ripetutamente, addi-
rittura accanto alla beata Vergine Maria, Tecla come modello di fede e di costan-
te perseveranza nell’amore del Salvatore: “Maria vi insegni una regola di vita,
Tecla vi sia maestra nel sacrificio” (De Virginibus, II, 3, 19). A partire da
sant’Ambrogio,
Tecla ebbe nella Chiesa di Milano un culto particolarmente vivo, a differenza della
 Chiesa romana e a somiglianza con le Chiese d’Oriente. Il nome di questa martire
 è iscritto fin dai tempi antichi nel canone della Liturgia ambrosiana. In questo
stesso giorno le Chiese ortodosse fanno memoria di Silvano del Monte Athos,
monaco (1866-1938). Simeone Ivanovic Antonov, nato in Russia da famiglia conta-
dina, nel 1892 entrò nel monastero athonita di S. Pantaleone, compiendo una
splendida parabola di vita, che dai focosi inizi di uomo violento e passionale con-
duce, grazie a un’umilissima docilità all’azione dello Spirito Santo, a una figura spi-
rituale di altissimo livello.
L’esperienza dell’amore di Dio scioglie progressivamente e dilata lo spazio del suo
spirito. La desolazione del cuore vissuta in fiducioso abbandono, l’amore ai nemici
 e una compassione senza confini sono i tratti che più lo caratterizzano. Pur nomi-
nato economo del monastero, costituito da centinaia di monaci, intraprese senza
mai arrestarsi un cammino di assimilazione al Signore misericordioso che lo rese
fiaccola luminosa per innumerevoli persone che accorrevano a lui per chiedere
una parola e la sua preghiera.

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